"Ma lei non sa cos'è un uomo medio? Un mostro. Un pericoloso delinquente. Conformista. Colonialista. Razzista. Schiavista. Qualunquista." -da "La Ricotta" di Pasolini
venerdì 27 giugno 2008
mercoledì 25 giugno 2008
martedì 17 giugno 2008
La grande foto
Spesso ci dimentichiamo dove viviamo.
Dove ci troviamo, di quanto è grande la terra che ci ospita (ancora per poco) pazientemente, di quanto è vasto questo piccolo pianeta e di come siamo piccoli noi e la nostra comunità, presi ogni giorno ad occuparci di svolgere piccole o grandi mansioni che la società ci impone, ci richiede per far si che tutto vada come deve andare.
Non siamo soli su questa terra.
Spesso basta poco per farci destare da questo sogno urbano che involve la nostra percezione dell'insieme, un racconto, un blog, una foto, e non per forza quella tipica dell'africano affamato (senza nulla togiere all'africano affamato).
E' (forse) proprio questo il messaggio lanciato dagli intraprendenti fotografi del Boston Globe attraverso il maestoso photoblog "The big picture".
Ritratti del nostro, attraverso la grande foto.
sabato 14 giugno 2008
...eh però Silvà...
domenica 8 giugno 2008
quella passata quella presente
mi manca l'Inghilterra
mi manca quell'aria di estate
mi manca quell'aria di solitudine dispersa negli occhi di una vecchia che ci guarda impaurita
mi mancano i viali alberati e spogli, privi di tutto, peni di tutto
mi manca l'Inghilterra
mi manca "Sanchos" e i suoi kebhab (si scrive così?)
mi manca la lingua
mi manca il seaside
mi manca il lato oscuro delle cose, la notte, la casa, la donna cinese, inglese, internazionale
mi mancano quelle passeggiate con i compagni di viaggio
mi mancano le serate al college, le rincorse notturne, le prese per il culo, gli scherzi, i giochi, le prese per il culo.
Mi manca l'Inghilterra
mi mancano i coldplay, il gruppo, i negramaro, Giffoni (almeno li ci ritorno)
voglio tornare in Inghilterra
non voglio tornare come l'ultima volta
amo Londra
odio Londra
voglio l'Inghilterra
non voglio restare qui.
mi manca l'Inghilterra
sabato 7 giugno 2008
venerdì 6 giugno 2008
Prova scritta per il Giffoni Music Concept 2008
La vita, i Coldplay e tutto ciò che ha a che fare con le emozioni
La prima volta che li sentii accadde come accade di solito, per caso.
Fu quasi come un primo appuntamento, come un primo bacio, come qualcosa che ti ha segnato e dopo la quale hai capito che difficilmente smetterai di non provare più quelle sensazioni.
Fu su quelle note che capii che i Coldplay sarebbero stati il mio primo gruppo preferito.
Passò il primo periodo, quello di A Rush of Blood to the Head per intenderci (si lo so, sono arrivato un po’ in ritardo) e proprio sulle note di The Scientist, In my place e la mitica Clocks, passai il periodo delle medie.
Arrivò poi dopo un fiorentissimo momento per i “quattro di Londra” X&Y disco di intense emozioni, molto intimista dicono i più, assolutamente espressivo mi sento di dire io.
E’ il tempo di Fix you, Talk, White shadow, The hardest part, ma soprattutto Swallowed in the sea, canzone profondamente triste e per questo culla di tutti quei problemi senza i quali ora non sarei quello che sono.
Dopo quest’ondata di successo i Coldplay si ritirano e inizia, quindi, il periodo sabbatico, periodo d’oro per un musicista sempre in giro per il mondo, periodo nero per i fans, avidi solo di successi.
Passa del tempo dunque, molto tempo.
Quando ecco che alle porte del 2008, in piena digestione di zeppole e panettoni la notizia che i Coldplay in tutto questo tempo non sono stati con le mani in mano bensì hanno lavorato ad un nuovo album, risolleva gli animi e i piedi, che erano riusciti faticosamente a ritornare a terra.
Siamo a febbraio, io intanto ho acquistato più dimestichezza con internet e inizio ad informarmi sugli sviluppi del disco.
Entro nel vortice dell’ultimo aggiornamento, commetto lo stesso errore che ho commesso con la serie “Lost” e quasi come un drogato divento un dipendente dell’ultima notizia: ho bisogno di sapere ogni virgola, ogni singolo spostamento, ogni singola notizia che mi dia la certezza che i Coldplay stiano veramente per tornare.
Sarà un disco nuovo, innovativo, durerà tanto, anzi no poco, sarà breve ma intenso, riporterà delle sonorità latine incontrate con la collaborazione alla realizzazione del disco “rhythms del mundo” (disco che ho comprato solo per la loro presenza), saranno tutti pezzi inediti, saranno tutti i i pezzi scartati da X&Y: un delirio.
Nel momento in cui scrivo il disco non è ancora uscito.
Ho deciso di smettere, di disintossicarmi da questa “newsdipendenza” per poter godere appieno di quello che sarà il nuovo lavoro dei Coldplay, in uscita il 13 giugno.
Amore a primo ascolto, come ogni grande amore che si rispetti difficilmente riuscirò a non farmelo piacere, ma spero almeno di riuscire a rimanere estasiato ancora una volta dalla musica di questi bravissimi ragazzi inglesi.
Come una spirale, come un vortice che ti afferra e che ti spinge ad immaginare, sognare.
Un tornado, dentro il quale una volta entrato è difficile uscire.
La musica è vita solo quando la vita è per te musica.
Jacopo
lunedì 2 giugno 2008
L'unità
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